La Basilica di San Giovanni Evangelista


Prima costruzione di Galla Placidia (risalente al 424-434), situata nell’incrocio tra la fossa augusti (che era diventata strada) e la perpendicolare del cardo, fa parte del primo palazzo imperiale e così come si presenta è una sorta di falso architettonico perché la chiesa venne bombardata. Nella ricostruzione sono stati usati materiali antichi ma non in una maniera scientifica, si conosceva bene l’impianto antico, l’unica differenza è l’altezza rispetto alla situazione iniziale, perché Ravenna è un terreno acquitrinoso in cui le costruzioni tendono ad abbassarsi (almeno 1,50 di differenza di altezza), queste modificano la visione e conferiscono un senso di tozzezza che non appare attualmente anche perché queste basiliche tendono ad espandersi con una serie di edifici annessi. La parte absidale si allinea con i sistemi già riscontrati a Milano (queste chiese somigliano parecchio dal punto di vista dell’alzato a quelle milanesi) sopratutto per la tecnica costruttiva dei mattoni (il materiale più adoperato essendo zone in cui l’argilla è molto diffusa). Quindi viene ripresa la tecnica costruttiva a mattoni con una malta di forte spessore, che proveniva da certe prassi costruttive molto diffuse a Milano, mentre molto lontani dagli esempi contemporanei a Costantinopoli, che presentano una raffinatezza nelle tessiture dovute al fatto che usano uno strato di malta sottile e mattoni tutti uguali per tutto l’edificio, anche perché a Ravenna (ma anche Milano) nei filari di mattoni si inseriscono delle pietre, per sostituire i mattoni. Milanese è anche il gusto per le grandi arcate che inquadrano le finestre come a San Semplicieano a Milano, come anche l’abside poligonale è un’elemento che si riscontra nelle chiese a Costantinopoli.
La basilica originaria constava di navata e navatelle, più brevi delle attuali perché tagliate da un nartece, con le arcate ampiamente spaziate; le navatelle sono illuminate da finestroni, i loro muri sono articolati all'esterno da lesene; pulvini a forma di piramidi tronche rovesciate sovrastano i capitelli richiamando da vicino i contemporanei pulvini della Grecia. Vani aggiuntivi sporgevano lateralmente dal nartece come in tante chiese del V secolo in Grecia e sulle coste dell'Asia, e probabilmente erano sormontati da torri; anche l'abside è di tipo egeo, poligonale all'esterno, con tre finestre; l'apertura ad archi al di sopra può essere coeva. Due ambienti isolati che sporgono dalle navatelle verso oriente può darsi siano stati cappelle di martiri, in quanto somigliano ai vani sporgenti delle coste della Cilcia anziché ai vani laterali delle chiese della Siria.
La facciata è completamente nuova costruita nel XII secolo mentre il campanile è del X secolo (tutta la zona e disseminata di questi campanili).
Per l’interno vengono usate le colonne antiche e che provengono da monumenti romani della città; l’impressione che si ha è di una ampiezza di spazio che caratterizza la chiesa accomunandola ai grandi edifici termali, sicuramente colpiscono per lo sviluppo longitudinale accentuato (che rappresenta una differenza con le chiese di ascendenza costantiniana, molto quadrangolari, a Ravenna ritorna questo modulo longitudinale che mostra in maniera più chiara l’idea di uno spazio cinetico).
Si ha la sensazione di state in uno spazio immenso e continuo diverso dalle chiese romane, questo sviluppo è accentuato da un’altra caratteristica, ovvero tutte le chiese ravennati non hanno il transetto, la mancanza di questo elemento accentua questo senso di sviluppo longitudinale in quanto lo sguardo è attratto immediatamente verso l’altare in fondo, senza avere degli ostacoli visivi (da ricordare che anche a Costantinopoli c’è una chiesa dedicata a San Giovanni ed è vicino ad un porto).
La chiesa deriva da un voto fatto da Galla Placidia, in quanto durante il trasferimento da Costantinopoli la nave viene colpita da una grande tempesta, per questo Galla Placidia invoca San Giovanni, la nave sopravvive e nel punto in cui approda si decide la costruzione della chiesa.